
Erano circa le dieci di sera, e il bel gozzo aspettava solo noi. Tutta l'attrezzatura era gia a bordo, perciò in cinque minuti eravamo in mare. Rotta verso nord e avanti tutta. Durante il viaggio intanto Umberto mi spiegava come si pescavano i totani. Dopo quasi un'ora ci siamo fermati, era buio pesto, tranne la piccola lampada accesa in barca e le luci di posizione. Otello cala una cima con un peso per misurare la profodità, ma dice che non và e ci spostiamo. Così per quattro volte fino a che cala l'ancora e dice che il posto va bene. Intanto era passata un'altra mezzora buona. Appena ancorati, Otello accende le due lampare (che oggi non si possono più usare), e prepara le totanare. Per me era la prima volta e devo dire che non pensavo fosse così entusiasmante. Otello si mette a poppa, e io e Umerto a prora a due metri uno dall'altro. Agganciata la totanara alla lenza, (che altro non era che un semplice filaccione da 0,40) e passata sotto la luce della lampara per renderla fosforescente caliamo. Sembrava non arrivare mai in fondo, anche perchè eravamo a circa quaranta metri di profondità. Ora con le lampare accese, intorno alla barca c'èra talmente tanta luce che si riusciva a vedere per parecchi metri sotto. Il tempo che la lenza tocca il fondo e sento subito una forte toccata. La solita fortuna dei principianti. A quel punto Umberto mi dice di iniziare a recuperare piano ma continuo e così fino a quando vedo un totano bellissimo che continua a salire dietro la totanara. A circa cinquanta centimetri dal pelo dell'acqua lascio per un attimo la lenza in modo che scenda di colpo, e nell'attimo che il totano si avvinghia alla totanara dò un piccolo strappo e tiro in barca la preda. Quello però che non avevo previsto è stata la doccia che mi ha fatto quando è uscito dall'acqua e allo stesso tempo le risate dei due fratelli. Ora avevo capito perchè anche se non faceva freddo, loro indossavano delle incerate che dopo hanno dato anche a me.
Alle cinque di mattino siamo venuti via solo perchè ormai stava facendo giorno, e non vi dico quanti totani abbiamo preso. Non sapevamo dove metterli. Erano dappertutto. Nei secchi, nelle buste di plastica e gettati sul fondo della barca. Che notte!
Mi sono reso conto di quanti ne avevo portati a casa solo un paio di giorni dopo, perchè chiunque vicino di casa che incontravo, mi ringraziava per i totani che mia moglie gli aveva regalato. Che pescata ragazzi. E quando mi ricapita. Se ne avete occasione non perdetela, perchè posso assicurarvi che è una esperienza unica. Come quella al pesce spada, ma questa è un'altra storia.
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